Giulio Tremonti (FI) – Ministro dell’Economia e delle Finanze

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Anagrafe Nato a Sondrio il 18 agosto 1947.

Curriculum Laurea in Giurisprudenza; economista, tributarista e docente universitario; ministro dell’Economia nei governi Berlusconi 1 e 2 (nel secondo fu anche vicepremier); 4 legislature (1994, 1996, 2001, 2006).

Soprannome il genio, Tremonti e mezzo, l’esperto in paradisi fiscali (A. Fazio).

Segni particolari Di famiglia liberale, da giovane simpatizza per i gruppi extraparlamentari e poi collabora con «il manifesto», poi si sposta progressivamente a destra. Negli anni Ottanta collabora con il «Corriere della Sera» e si avvicina alla politica. Nel 1987 si candida al Parlamento con il Psi, essendo molto vicino a Gianni De Michelis, nonché componente della famosa Assemblea socialista di Craxi («nani e ballerine») e consulente (dal 1974 al 1990) dei ministri socialisti Franco Reviglio e Rino Formica. Nei primi anni Novanta si scopre «nuovista», e si avvicina alla Rete di Leoluca Orlando, poi aderisce ad Alleanza democratica. Nel 1994 viene eletto al Senato con il Patto Segni, cioè all’opposizione contro il vincente Polo berlusconiano. Ma poi vota la fiducia al governo Berlusconi e, in cambio, ne diventa ministro delle Finanze. Forzista molto vicino alla Lega Nord, tiene i rapporti con Umberto Bossi e li riallaccia nel 1999 dopo il lungo isolamento del Carroccio. Nell’estate del 2004 viene «licenziato» da ministro e da vice-premier a opera di Fini, che lo accusa di aver «presentato conti falsi all’Europa» (3 luglio 2004). Poi però ritorna nel 2005, giusto in tempo per gustarsi la disgrazia del suo arcinemico Antonio Fazio, governatore di Bankitalia, dimissionario per lo scandalo delle scalate bancarie. Uno scandalo in cui, comunque, il nome di Tremonti risuona spesso, in quanto il suo ex studio di commercialisti ora retto da Claudio Zulli, assiste l’Unipol di Consorte nella scalata alla Bnl (Consorte dirà a Zulli che occorre «ringraziare Tremonti» per l’appoggio assicurato alla causa). Sia nel ’94, sia nel 2001-04, il ministro Tremonti vara una dozzina di condoni fiscali, anche se li aveva sempre combattuti con parole di fuoco. Breve antologia dei suoi scritti, un monumento alla coerenza.

In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo il golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni, ma mutando i fattori il prodotto non cambia: il condono è comunque una forma di prelievo fuorilegge (…) Per la massa enorme degli evasori le probabilità di essere verificati sono minime (lo dicono le Finanze), le conseguenti liti tributarie si possono tirare in lungo senza costo (lo dicono ancora le Finanze), infine i condoni sono cadenzati ogni decennio: ’73, ’82, ’91. Vuol dire che il rapporto fiscale si basa su questa ragione pratica: farla franca, confusi tra milioni di evasori; farla lunga, coltivando con calma la lite; farla fuori, con poche lire di condono. In questo sistema smontato e rovesciato, a dettare legge sono proprio i fatti fuorilegge, l’evasione e la furbizia («Corriere della Sera», 25 settembre 1991).

Mancano quindici giorni alla data di scadenza del condono fiscale, ma ancora manca la necessaria circolare esplicativa. Dunque, da un lato lo Stato sacrifica i princìpi della giustizia per avere gettito, dall’altro lato fa di tutto per non averlo o per averlo in ritardo con conseguente fortissimo incremento degli oneri finanziari a suo carico («Corriere della Sera», 6 maggio 1992).

Nell’estate del 2001 Tremonti sprizza ottimismo da tutti i pori:

L’autunno non sarà un autunno di preoccupazione, noi vogliamo trasmettere al Paese la fiducia che abbiamo. Sarà un autunno positivo per l’economia e per la gente. Sarà un autunno di sviluppo, e il governo sarà assolutamente unito nella discussione con le parti sociali. Non sarà un autunno problematico, sarà l’avvio di quello che noi pensiamo possibile: un nuovo miracolo italiano. Noi abbiamo trovato i conti pubblici in profondo disordine. Nonostante le bugie che vengono dette dal passato governo, il buco c’è ed è molto grande. Tuttavia questo è un Paese che ha un governo stabile, forte e deciso.

Da tanti anni non c’è mai stato un governo con questa capacità di governare. In 50 giorni abbiamo fatto più di quello che avevamo detto che avremmo fatto in 100 giorni. A settembre tutto sarà trasformato in legge, e cambierà in parte notevole e in bene la vita dei cittadini. Potranno ristrutturare le case, reinvestire, stabilire contratti di lavoro migliori (Ansa, 25 agosto 2001).

Sono convinto che parta un ciclo positivo che vede l’Italia registrare un differenziale a suo favore rispetto agli altri Paesi dell’Ue. Ho prospettato la possibilità che il Paese, nell’arco di alcuni anni, a partire da ora, raggiunga un ciclo positivo. Si tratta di una stagione che si avvicina, anche se non è un fatto istantaneo. Siamo in un’economia globale, ma l’Italia può crescere con un differenziale regionale positivo: un di più rispetto al di meno che c’era stato finora. Ho fatto una discussione con il governatore della Banca d’Italia su Sant’Agostino e i miracoli… (Ansa, 8 settembre 2001, tre giorni prima dell’attentato alle Twin Towers).

Dev’essere un portafortuna: tre giorni dopo Bin Laden abbatte le Twin Towers e sprofonda l’economia mondiale nella depressione.

Ma Tremonti non ci fa caso e annuncia un nuovo boom economico, anche grazie all’euro (che poi, come le Twin Towers, diventerà il grande alibi per il fallimento della sua politica economica):

Noi vogliamo che l’Italia si venga a trovare sopra il livello dell’onda quando la ripresa economica comincerà a manifestarsi, ed in questo senso sono molto importanti i segnali di fiducia che vengono sia dalle imprese che dai lavoratori. Ritengo che l’introduzione dell’euro possa favorire la prospettiva di un nuovo miracolo economico italiano.

Del resto, era impossibile prevedere quello che sarebbe successo l’11 settembre scorso, eppure in sei mesi di attività il governo ha già modificato radicalmente la struttura economica del Paese. L’Italia, con l’avvio della ripresa, potrà essere ancora più competitiva, spinta appunto dalla fiducia che è in crescita (Ansa, 31 dicembre 2001).

L’Italia ha davanti a sé un anno di ripresa: il governo conferma le previsioni di crescita dell’economia e ritiene che nel complesso si sia svoltato. Siamo ottimisti e tutti gli indicatori sono buoni: i consumi di energia, gli indici di fiducia delle famiglie e delle imprese (Ansa, 12 marzo 2002).

Cofferati è un reazionario e Amato un bugiardo. Questo sarà un autunno di confronto e non di scontro con le parti sociali. Sarà un autunno positivo per l’economia e la gente, avvieremo il miracolo economico.

La vita della gente cambierà notevolmente in bene (al Meeting di Rimini, 25 agosto 2003).

L’autunno non sarà un autunno di preoccupazione, noi vogliamo trasmettere al Paese la fiducia che abbiamo. Sarà un autunno positivo per l’economia e per la gente. Non sarà un autunno problematico, sarà l’avvio di quello che noi pensiamo possibile: un nuovo miracolo economico» (25 agosto 2001).

Risultato finale del 2006: condoni, nessun calo della pressione fiscale, crescita zero.

Assenze 561 su 4875 (11,5%) missioni 3797 su 4875 (77,9%).

Frase celebre «Le promesse di Berlusconi? Miracolismo finanziario (…). La promessa di un’aliquota fiscale unica al 33 per cento? (…) Panzane. Quell’idea mi ricorda la favola di Voltaire, che diceva voglio diventare svizzero, maledetta l’imposta unica che mi ha ridotto in miseria. Quell’idea fa pagare meno ai poverissimi e ai superricchi, ma penalizza proprio la classe media, l’uomo della strada. (…) Il mondo è cambiato, i beni che hanno valore economico sono diversi. L’etere, per esempio, non è forse tassabile? O vogliamo considerare il demanio come qualcosa limitato al fisico?» Domanda: «Scusi, ma l’etere non è già tassato?» Risposta: «In modo ridicolo, mi creda» («Corriere della Sera», 21 marzo 1994 ).



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