Un Rigoletto fuori dal comune. Così OperaCamion porta la lirica nelle piazze di periferia

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È davvero straordinario questo “Rigoletto” di Verdi allestito da OperaCamion di Fabio Cherstich, che da lunedì 18 giugno sarà eseguito gratuitamente nelle periferie di Roma e in alcuni dei comuni del Lazio colpiti dal terremoto. Uno spettacolo da non perdere, cantanti e orchestra di grande livello, un’inventiva registica e scenografica trascinanti ma rigorosi, senza nessuna concessione a pseudo avanguardismi narcisistici di registi alla moda.

Dal 18 giugno comincia il suo tour nelle periferie di Roma il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi nell’allestimento di Fabio Cherstich, l’inventore e il trascinatore di OperaCamion, che ha al suo attivo già lavori strepitosi, “Il Barbiere di Siviglia” e il “Don Giovanni” (e sarebbe bellissimo che in autunno fossero visibili tutti e tre anche in teatro, per chi li ha persi nei giri periferici degli scorsi anni).

OperaCamion è proprio un camion, anzi un gigantesco Tir, che aperto e squadernato diventa palco, orchestra, effetti speciali, e insomma una vera e propria Opera da eseguire all’aperto. Tutto dal vivo, con cantanti sempre notevoli, ma anche con immagini e brevi animazioni di accompagnamento, e maschere, e pupazzi, tutti dovuti allo scenografo e pittore Gianluigi Toccafondi (un grande artista, altro che gli Hirst e Cattelan del Kombinat finanziario/galleristico speculativo).

Malgrado la povertà dei mezzi lo spettacolo è sontuoso, carico di una sensualità ininterrotta, coinvolgente. Carlo Fuortes e Alessio Vlad, Sovrintendente e Direttore artistico dell’Opera di Roma, hanno avuto la grande intelligenza manageriale e sensibilità artistica per scommettere su una programmazione innovativa capace di portare al pubblico delle periferie l’opera lirica in tutta la sua ricchezza.

Fabio Cherstich
racconta così questa avventura fin qui unica:

Il progetto OperaCamion è nato tre anni fa da una mia intuizione che è stata subito colta da Oscar Pizzo, direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo e da Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma. I due teatri hanno prodotto la prima OperaCamion, Figaro, un adattamento del Barbiere di Siviglia. Già nel titolo, cambiato rispetto a quello originale, c’è il desiderio di remixare l’idea convenzionale di teatro dell’Opera. Figaro è un personaggio superstar, quando uno dice Figaro tutti pensano al barbiere e alla cavatina famosissima che chiunque ha cantato o ascoltato in una pubblicità. La scelta del titolo voleva essere un nome di richiamo – così come lo sono “Don Giovanni” e “Rigoletto” – per incuriosire le persone alle quali lo spettacolo si rivolge, che non vanno a teatro e soprattutto non vanno al teatro dell’Opera.

L’idea del camion è l’idea che l’opera può vivere benissimo anche al di fuori dell’architettura del teatro. È importante continuare a fare l’opera in teatro, ma è molto bello pensare che si possa farla anche al di fuori, caricando un allestimento su un camion che può girare per le strade, arrivare in una piazza ed essere pronto in sei ore per offrire lo spettacolo dell’opera a un pubblico che non sarebbe mai andato a teatro.

Il Teatro Massimo di Palermo all’inizio, e adesso il Teatro dell’Opera di Roma hanno deciso di investire in questo progetto gratuito, fatto per il pubblico delle periferie, per le persone che, anche banalmente per un fatto di spostamenti e di budget, non vanno al teatro dell’Opera. Anche per il timore verso ciò che il teatro dell’opera significa, il vestito, ecc., che questo progetto elimina in partenza, perché non c’è un biglietto. È il teatro che arriva alle persone. E non viceversa.

La cosa importante è che il pubblico assiste a una vera opera con l’orchestra e i cantanti dal vivo, in una forma ridotta. Che è necessaria per la tenuta della concentrazione del pubblico in piazza, dove c’è inquinamento acustico, diversamente dal teatro che ha un’architettura pensata per concentrarsi. L’opera condensata fa sì che il pubblico regga per un’ora e mezza, un’ora e tre quarti. Lo abbiamo verificato. La grande scommessa della prima opera camion era: al pubblico delle piazze interesserà? Rimarranno colpiti? Capiranno? Assolutamente sì. Ed è la dimostrazione che bisogna avere fiducia nel pubblico. Perché il lavoro viene fatto per il pubblico, non per noi. Sarebbe assolutamente sbagliato pensare che questo progetto abbia come obiettivo quello di creare un nuovo pubblico per il teatro d’Opera. No, il nostro obiettivo è che persone che altrimenti non avrebbero mai pensato di assistere a uno spettacolo possano dire: sì, ho visto uno spettacolo d’opera. C’è un signore che ha detto una frase molto bella quando eravamo a San Basilio con Don Giovanni: “Erano anni che volevo andare a Caracalla, finalmente Caracalla è venuta da me”. Una frase che mi ha fatto molto piacere perché vuol dire che da qualche parte abbiamo toccato qualcosa di importante.

Ai nostri spettacoli assistono dalle 200 alle 1500 persone. A Roma, a Piazza Sempione, c’erano duemila persone sedute sul sagrato della chiesa, sui bidoni dell’immondizia. La piazza era piena ed è stato molto emozionante.

Il pubblico è eterogeneo. Sono le persone del quartiere, i curiosi che lo leggono sui giornali e si spostano dal centro alle periferie. Però principalmente sono gli abitanti della zona, le famiglie, gli anziani, i bambini, tutti. Ogni quartiere si sposta perché arriva qualcosa di nuovo e c’è grande curiosità. Il pubblico si può portare le sedie, può mangiare. Molto spesso assistono al montaggio, arrivano al primo pomeriggio e si fermano a guardare quello che fanno i tecnici, l’orchestra che accorda, il puntamento delle luci. È anche lo spettacolo del teatro che colpisce. E il fatto di portare la macchina organizzativa e produttiva, i tecnici i cantanti i costumisti, tutti a vista, fa sì che il pubblico si renda conto di quante persone lavorano per realizzare un progetto. Anche questo è un elemento importante. Qui siamo pochi, è quasi una compagnia di prosa, una specie di gestione familiare in cui tutti quanti collaborano alla riuscita dello spettacolo. E una parte fondamentale è quella di Gianluigi Toccafondi. Il mio lavoro è stato anche quello di mettere in scena il suo immaginario e le sue immagini che hanno arricchito di una seconda trama gli spettacoli.

A chi non ha mai visto un’opera e viene ai nostri spettacoli spero rimanga il divertimento e la possibilità di pensare che l’opera e il teatro non sono una noia ma un intrattenimento tanto quanto altre forme d’arte e di spettacolo. Questo è un obiettivo molto importante per il teatro musicale, che è una forma di intrattenimento completa: colta, intelligente, con musica, canto, teatro, recitazione, e in questo caso anche video. E che offre la possibilità di passare una serata diversa con dei classici. Spero quindi resti la curiosità di riascoltare delle arie e la trasmissione di una energia positiva rispetto a qualcosa verso cui spesso c’è un pregiudizio”.

Sara Rocchi, che nell’opera è sia la Contessa di Ceprano che Maddalena, incanta con voce, occhi, recitazione, di stregante sensualità e avvolgente dolcezza, sintetizza così l’esperienza:

‘Delocalizzare l’opera’ è qualcosa di geniale, non solo come trasmissione di valori culturali ma perché può coinvolgere il pubblico più disparato, che forse non conosce il Rigoletto o non ha mai ascoltato l’opera. Noi artisti abbiamo quindi una grande responsabilità nel riuscire a far passare la bellezza della musica. Qui siamo allo stesso livello del pubblico, anche noi saremo per strada. Questo rende la situazione più familiare. C’è un contatto più diretto con gli spettatori”.              

Andrii Ganchuk è un Rigoletto di straordinaria presenza scenica, un baritono che nel “vivaio” dell’Opera di Roma è considerato ormai una certezza per potenza vocale e capacità interpretativa, dichiara:

Sarà la prima volta che canterò in uno spazio all’aperto invece che all’interno di un teatro. Immagino che sarà diverso, ma non ho idea di quali saranno le differenze. Il pubblico che frequenta i teatri è generalmente educato alla musica, capisce lo stile, il canto, il fraseggio, i cambi di armonia, è in grado di apprezzare aspetti della musica che non sono alla portata dei normali ascoltatori. Ma per fortuna l’opera non è solo questo, ha a che fare con le emozioni, che sono vicine e comprensibili a tutti gli esseri umani, a prescindere dalla loro educazione musicale. Il cantante di opera deve raccontare una storia, mostrare i sentimenti del proprio personaggio, trasmettere emozioni ed energia. In questo credo che non ci sia e non ci debba essere una differenza legata al luogo in cui si mette in scena un’opera, se in una piazza di periferia o nei più prestigiosi teatri. L’unica cosa che conta è essere onesti con il pubblico e dare il massimo di sé. Ci tengo infine a ringraziare tutti coloro che mi hanno dato l’occasione di cantare in questo progetto, così come anche tutta la squadra di creativi e i miei colleghi. Ci vediamo in piazza!”.
(pfd’a)

LE DATE

Lunedì 18 Giugno – ORE 21:00
Via Guido Fiorini / Piazza Muggia (Zona Ponte di Nona) – Municipio VI – Roma
   
Mercoledì 20 Giugno – ORE 21:00
Accumoli (Rieti) – Zona S.A.E. (Soluzioni Abitative Emergenza)

Venerdì 22 Giugno – ORE 21:00
Amatrice (Rieti) – Zona C.O.C. (Centro Operativo Comunale)
   
Domenica 24 Giugno – ORE 21:00
Cittareale (Rieti) – parcheggio adiacente birrificio Alta Quota

Martedì 26 Giugno ORE 21:00
Centro Elsa Morante, Piazzale Elsa Morante (Zona Laurentina) – Municipio IX – Roma

Giovedì 28 Giugno ORE 21:00
Poggio Bustone (Rieti) – Piazza della Torre

Sabato 30 Giugno ORE 21:00
Borbona (Rieti) – Piazza Concezio Colandrea
   
Lunedì 02 Luglio ORE 21:00
Biblioteca Renato Nicolini, via Mazzacurati 76 (Zona Corviale) – Municipio XI – Roma

Lunedì 09 Luglio ORE 21:00
Largo Nimis (Zona Labaro) – Municipio XV – Roma

Rigoletto OperaCamion

Da Rigoletto
di Giuseppe Verdi

Ideazione e regia Fabio Cherstich
Scene, video e costumi Gianluigi Toccafondo

Rigoletto Andrii Ganchuk*
Il Duca di Mantova Domingo Pellicola*
Gilda Giulia Mazzola
Matteo Borsa Jaime Canto Navarro
Marullo Jan Antem
Sparafucile Akaki Ioseliani
Conte di Monterone Akaki Ioseliani
Contessa di Ceprano Sara Rocchi*
Maddalena Sara Rocchi*
Conte di Ceprano Johnny Bombino
Usciere Johnny Bombino
Giovanna, Duchessa e figlia di Monterone Valeria Almerighi

YOUTH ORCHESTRA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
diretta da Carlo Donadio / Roberto De Maio

Nuovo allestimento

Assistenti alle scene Francesca Ghermandi, Stefano Nigro
Assistente ai costumi Michela Ruggieri
Assistente alla regia Ernesto Doñas*, Clara Gebbia
Assistente alle luci Daniela Gullo*
Maestro alle luci Susanna Piermartiri*

* dal Progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Disegno Luci Diego Labonia
Personale Tecnico Luci Ombre
Materiale Tecnico Art Sound

Produzione e Organizzazione Anna Cremonini, Anna Damiani

(15 giugno 2018)







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