Unioni civili, “Noi Siamo Chiesa”: La Curia di Milano abbandoni le vecchie posizioni clericali

Vittorio Bellavite

, portavoce di “Noi Siamo Chiesa”

“La famiglia, luogo di affetti, di solidarietà e di educazione dei figli, sancita giuridicamente in chiesa o col rito civile, è il fondamento principale della struttura e della stabilità della società. Il movimento “Noi Siamo Chiesa” è contro ogni forma ed ogni pratica di quelle culture che, implicitamente o esplicitamente, sono indifferenti a questa prospettiva o che si muovono addirittura in senso contrario.

Ciò premesso, altre forme di famiglia (o di convivenza, le si chiami come si vuole) sono ora presenti nel nostro paese. Esse possono essere, quanto quelle tradizionali, positive, stabili, eticamente fondate. Le istituzioni, tra queste il Parlamento in primis, devono prendere atto di ciò per estendere ad esse, nelle forme più opportune, diritti e doveri reciproci ed un giusto ruolo sociale. In questa direzione va la delibera in discussione da oggi nel consiglio comunale di Milano. Essa era nel programma della coalizione che appoggiò Pisapia. La nuova amministrazione è stata esplicitamente sponsorizzata, come è ben noto, da una vasta area di credenti rappresentativa di tante realtà del mondo cattolico milanese.

La “campagna” contro questa delibera, iniziata dal card. Scola nell’intervista a “Famiglia Cristiana” del 27 marzo, è ora ripresa e la Curia sta perdendo l’occasione per stare zitta e rinunciare a un antico clericalismo. Massimo Cacciari ha detto (su “La Repubblica” di domenica 22) che una tale “posizione implicitamente contraddice l’annuncio cristiano”. Noi ciò diciamo da tempo. I “valori” da prendere in considerazione e da proporre non sono solo quelli “tradizionali” delle forme e del catechismo ma anche quelli, pure presenti da sempre nella Chiesa, della comprensione, dell’accoglienza a tutto campo, dell’attenzione agli affetti veri, ben aldilà delle forme, secondo l’insegnamento di Gesù.

I problemi veri della famiglia (e delle famiglie) di cui occuparsi a fondo, nascono da una molto carente politica fiscale, sociale, del lavoro, dell’immigrazione ecc…Chiediamo a chi nel mondo cattolico, e in primis al nostro arcivescovo, organizza “campagne” su queste questioni e dice di avere a cura la famiglia, se abbia mai riflettuto sul fatto che dei cattolici sono alla guida del nostro paese dal dicembre del 1945. Non esistono forse responsabilità da accertare per le politiche che mancano? Esse non dovrebbero essere denunciate?”.

(24 luglio 2012)



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