Vaticano: intervista esclusiva a David Yallop
di Liliana Morelli, da Noticias, traduzione a cura della redazione di ANTIMAFIADuemila
Lo scrittore ha investigato sulla morte di Giovanni Paolo I e dice di avere scoperto una rete di corruzione sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. Una volta accertata la sua somiglianza con Gene Hackman (“Le dico un segreto: Sono Gene Hackman! Molti hanno il suo autografo, ma l’ho firmato io”, e ride con arguzia) diventa serio e fa pensare più alla circospezione e al sarcasmo di David Niven.
Porta con sé l’immagine di San Cristoforo, il Santo protettore dei viaggiatori. E percorre il suo cammino con un cognome inglese di origine molto antica, che è riuscito a far risalire fino al XIII secolo. Sempre David Yallop è stato affascinato dalle parole (“Ho il dono dell’espressione, viene dal sangue irlandese, gente la cui loquacità sfiora la poesia”), al punto che è autore di commedie e drammi per la televisione, ha scritto di crimini non risolti ed è considerato uno dei migliori scrittori di investigazione al mondo.
Nel suo libro “In nome di Dio”, che ha venduto 6 milioni di copie ed è stato tradotto in 30 lingue, sostiene che Giovanni Paolo I è stato assassinato. Successivamente ha pubblicato “Il Potere e la Gloria”, una biografia esplosiva su Giovanni Paolo II, che non risparmia critiche e fa crollare miti. “Bisogna ripulire il Vaticano. Soltanto un Ercole moderno potrebbe farlo”, dice in sintesi, mentre i suoi occhi verdi scintillano.
NOTICIAS: Come ha reagito la Chiesa di fronte alla pubblicazione del suo primo libro?
DAVID YALLOP: Erano furiosi, lo condannarono e dissero che era immondizia offensiva. Sono state intentate vere e proprie rappresaglie contro tutte le fonti che avevo identificato, alcuni sono stati persino trasferiti dai loro posti di lavoro. A un giornalista del “Manchester Guardian”, che era stato il mio interprete in Italia, fu immediatamente revocato l’accredito stampa. Se sei corrispondente a Roma e non puoi entrare in Vaticano… sei finito. Lui non aveva alcuna responsabilità per quello che ho scritto io.
NOTICIAS: Le sue fonti principali erano inserite nel cuore della Chiesa?
YALLOP: Quelle che possedevano le informazioni più rilevanti venivano dall’interno del Vaticano, ma non tutte. Ci sono state anche fonti della mafia, cattolici che sono venuti a sapere che stavo investigando e hanno voluto parlare con me. Mi dicevano: “Siamo molto disgustati perché la Banca del Vaticano è invischiata con il crimine organizzato”.
NOTICIAS: Sta attaccando un’istituzione molto potente, ha ricevuto querele?
YALLOP: No, e nemmeno con “Il Potere e la Gloria”. Mi criticano perché, appositamente questa volta, di non aver rivelato le mie fonti. Mi sono servito di più fonti extra-vaticane.
NOTICIAS: Lei sostiene che Giovanni Paolo I fu assassinato, era diventato pericoloso per la Chiesa?
YALLOP: Si, non era disposto ad accettare lo status quo che aveva trovato, non credeva in una Chiesa ricca. Durante tutti gli incarichi che aveva esercitato, incluso quello di Patriarca di Venezia, si era allontanato da qualunque fonte di ricchezza che fosse giunta nel suo ambito. Desiderava una Chiesa povera, per i poveri.
NOTICIAS: Avremmo avuto la Chiesa di cui avevamo bisogno?
YALLOP: Oh, si, ma lo avvelenarono dopo soli 33 giorni. Perché non uccisero anche Wojtyla? Perché era corrotto. Giovanni Paolo I voleva modificare le finanze vaticane, la disciplina interna, l’evangelizzazione, l’ecumenismo, voleva esercitare influenza nel processo di pace mondiale. Ci sono documenti, e io li ho citati, che dimostrano come Woityla ritenesse suo preciso dovere assicurarsi che quelle riforme non venissero attuate.
La prova cruciale è che i rapporti sulla corruzione finanziaria che Albino Luciani stava studiando al momento della sua morte scomparvero per ordine del cardinale Jean Villot, colui al quale era stato raccomandato di destituire il vescovo Marcinkus dalla presidenza della Banca del Vaticano. Precisamente poche ore dopo, il sanissimo Giovanni Paolo I era morto.
NOTICIAS: Lei delinea una figura di un Wojtyla opportunista, indifferente, retrogrado, tutto il contrario del Papa tanto amato. La macchina vaticana è così potente da “costruire” un personaggio e sostenerlo per anni?
YALLOP: Lo fanno da 2000 anni… (sorride).
NOTICIAS: Secondo la sua opinione, iniziarono col ritoccare la sua biografia?
YALLOP: Si, non è niente di nuovo. Appena un uomo diventa Papa, la Curia elimina o distrugge qualunque ombra. È beatificazione immediata.
NOTICIAS: Il primo ritocco è stato sostenere che i nazisti avessero inserito il suo nome nella lista nera perché aveva aiutato gli ebrei?
YALLOP: Si, è tutto falso. Non ha mai salvato la vita a un solo ebreo e aveva lavorato per la East Chemical Works (prima Solvay) che il Terzo Reich considerava vitale: tutti loro avevano un lasciapassare come personale dedicato a “compiti di vitale importanza per la guerra”. In quegli anni è nata la sua vocazione sacerdotale.
NOTICIAS: Non ha partecipato nemmeno alla lotta della Chiesa contro il comunismo in Polonia negli anni ’50- ’60?
YALLOP: Ci sono soltanto due o tre episodi di presa di posizione pubblica rispetto ad un arco di tempo che va dal 1950 al 1978. A conferma di ciò il fatto che quando si liberò un posto nella diocesi di Cracovia il regime comunista polacco, che doveva dare la sua approvazione a chi ricopriva quella carica, rifiutò prima tre nomi, poi altri. Ad un certo punto un personaggio del regime disse al cardinale: “Continueremo a rifiutare tutti finché non nominerete Karol Wojtyla”. Senza quel consenso, non sarebbe mai arrivato a essere eletto Papa. Ciò dimostra che avevano una buona opinione di lui.
NOTICIAS: Il cardinale Wyszynski aveva un atteggiamento differente?
YALLOP: Completamente, era un uomo brillante che io ammiro molto, perché lui, e non Wojtyla, fu in gran parte il reale responsabile del successo del sindacato Solidarnosc. Wojtyla lo criticava, era già Papa quando disse: “Questo vecchio non sa cosa sta facendo”. Era un generale che combatteva la guerra seduto su una comoda poltrona.
NOTICIAS: Perché Giovanni Paolo II si rifiutò di destituire Marcinkus, accusato di gravi delitti finanziari, dalla presidenza della Banca Vaticana?
YALLOP: La banca riciclava guadagni frutto di attività illecite che giungevano direttamente al Papa, che ne disponeva secondo la sua totale discrezione. Il Vaticano controlla un’immensa ricchezza segreta, che i portavoce negano o sottostimano. Possiede più beni di tutto il pianeta. La chiesa americana e quella tedesca sono le più ricche. E se c’era un laico al corrente della fortuna e dei segreti finanziari del Vaticano questo era Roberto Calvi.
NOTICIAS: Lei ha parlato con Calvi qualche giorno prima che venisse ucciso. Ci può dire qualcosa al riguardo?
YALLOP : Era il 9 giugno del 1982. Era tranquillo ma quando gli dissi che il tema del libro era Giovanni Paolo I cambiò completamente. Parlava a scatti: Chi l’ha mandata da me? Sempre pago, sempre. Come conosce Gelli, lei? Cosa vuole? Quanto vuole?” Io gli disse che conoscevo Gelli e si innervosì: “Non scriverà questo libro e non mi chiami mai più”. Otto giorni dopo trovarono il suo cadavere appeso sotto un ponte a Londra. Calvi fu “suicidato” dai suoi amici della P2.
NOTICIAS: In America Latina u
n movimento di preti chiedeva le stesse riforme che si proponeva Giovanni Paolo I: una chiesa per i poveri, la riforma della Banca Vaticana, il controllo delle nascite. Wojtyla sosteneva l’alleanza con i potenti, la destra e le dittature?
YALLOP: Quando Wojtyla fu eletto non conosceva molto dell’America Latina. Ma la combriccola vaticana, conosciuta come “i fascisti”, vedeva con favore molte dittature di destra. Il Papa aveva avvertito il clero di “non mettersi in politica”. Molti sacerdoti e suore furono uccisi per aver appoggiato i poveri; lui rifiutò la Teologia della Liberazione, non la nominava neppure, sosteneva che in questo campo occorresse ricorrere ai “compromessi pastorali”.
Si affacciò al balcone con Videla, con Pinochet e quando l’arcivescovo Romero di El Salvador lo pregò di manifestare contro gli abusi nel suo Paese, rispose che non era così grave, che cercasse il dialogo con la Giunta Militare. Ho documenti che lo provano. Poco tempo dopo Romero fu assassinato.
NOTICIAS: Ha contribuito con Ronald Reagan alla caduta del comunismo in Europa?
YALLOP: Questo è un altro mito. Lui disprezzava il comunismo, ma nemmeno lo affascinò il capitalismo, diffidava degli Stati Uniti e vedeva la maggior parte dei paesi occidentali come decadenti e moralmente inferiori alla Polonia.
NOTICIAS: A parte il grande fenomeno mediatico di Giovanni Paolo II lei ritiene che i fedeli non seguano la sua dottrina sui temi chiave.
YALLOP: Persino con i suoi 83 anni, malato e sofferente, intraprendeva lunghi viaggi per attirare moltitudini grazie al suo potente carisma. Tutti ricordano la sua immagine, ma nessuno i suoi discorsi. È stato un esercizio di marketing, da giovane era stato un grande attore. L’uomo era amato, il messaggio ignorato, perché propose una retrocessione su temi come il divorzio, l’aborto, l’anticoncezione, l’aids, la discriminazione e l’omosessualità. La gente non segue i suoi insegnamenti, non ho mai pensato che arrivasse a vedere il collasso del capitalismo.
NOTICIAS: Quale fu il suo atteggiamento riguardo i tanti casi di abuso sessuale da parte di sacerdoti?
YALLOP: La pedofilia esiste all’interno della Chiesa dal IIº secolo, il primo riferimento risale al all’anno 147. Non risultano tentativi per sradicare il problema. Quando hanno le prove che un prete è un pedofilo non lo consegnano in mano alle autorità, lo cambiano di diocesi, in modo che possa continuare ad abusare di bambini. Quando Wojtyla era vescovo a Cracovia, il suo atteggiamento di fronte a qualunque scandalo era di nasconderlo e ha continuato ad agire così. Nel 1984 gli fu consegnato da parte del cardinale Krol, nordamericano e suo buon amico, un rapporto di 200 pagine che analizzava gli abusi della Chiesa. Disse che era un buon rapporto ma lo archiviò. Fece lo stesso con gli scandali finanziari di Calvi negli anni ’80.
NOTICIAS: Ha già preso di mira Benedetto XVI per un altro libro?
YALLOP: Ratzinger è un carismatico ma un pessimo attore. Ha classificato il rock come un’invenzione del demonio, mentre Wojtyla invitò Bono e Bob Dylan a suonare per lui, però condivide con Wojtyla l’intenzione di sopprimere, per esempio, le teorie della liberazione centroamericane. Però adesso basta, ho bisogno di qualcosa di più leggero, forse scriverò qualche commedia.
NOTICIAS: Lei è credente?
YALLOP: Sono cattolico, deluso dalla chiesa. Provengo da una famiglia povera, a 15 anni ho smesso di andare a scuola, l’università era un lusso che non potevo permettermi. Ho studiato in istituti religiosi, ma non ho fobie, posso stare anche cinque minuti senza pensare alla Chiesa Cattolica (sorride).
NOTICIAS: Sua moglie a cosa si dedica?
YALLOP: Lavora in Parlamento, è molto più colta di me, ha titoli universitari, parla diverse lingue. Ha insegnato a ragazzi violenti, a tossicodipendenti o a giovani con meno di 15 anni di età che si prostituiscono. La gente che mi circonda sembra avere questo mio stesso senso di giustizia. Uno dei miei cinque figli ha studiato inglese e Legge Penale Internazionale presso l’Università del Sussex e si è specializzato sul genocidio del Ruanda. Ha 25 anni, ci vuole molta forza.
NOTICIAS: Non teme l’ira di Dio?
YALLOP: Dovrebbero temerla quelli del Vaticano!
(28 ottobre 2008)
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