Da oggi in edicola MicroMega 6/2020: “Prostituzione: sesso, denaro, potere / Stati Uniti: democrazia a rischio”

Giulia Selmi


Il nuovo numero di MicroMega, in edicola dal 17 settembre, presenta ai lettori due focus: uno dedicato alla prostituzione, l’altro incentrato sugli Stati Uniti tra Covid-19, elezioni e proteste.

La sezione dedicata alla prostituzione si apre con il caleidoscopio offerto dalle testimonianze che Elettra Santori ha raccolto tra chi la prostituzione la vive (o l’ha vissuta) in prima persona. Caleidoscopio che ritorna anche nel saggio , che propone un quadro delle varie forme di prostituzione. Oria Gargano ci racconta invece la tratta delle schiave, che dall’Africa porta sulle strade delle nostre città le primogenite di tante famiglie, “sacrificate” per sconfiggere la miseria. Carlotta Rigotti mette a confronto alcuni modelli legislativi europei: dal proibizionismo croato alla legalizzazione tedesca, passando per il modello svedese. Giorgia Serughetti ci offre una fotografia dei clienti, mettendo in luce come essi non costituiscano un gruppo omogeneo, né per estrazione sociale né per età né per tipologia di prestazioni richieste.
Anche Riccardo Iacona punta i riflettori sui clienti, evidenziando come nello scambio con la prostituta il vero oggetto non sia il sesso in quanto tale bensì il potere. Simona Argentieri analizza i clienti da un punto di vista psicoanalitico, indicandone un denominatore comune: l’autoreferenzialità e il non riconoscimento dell’alterità. Edoardo Lombardi Vallauri esamina lo stigma di cui è avvolta la parola “prostituta”, concludendo che il vero scandalo – per la morale cattolica di cui siamo intrisi – risiede nel fatto che si tratta di sesso fuori da legami impegnativi. Sui nodi soggiacenti alla questione e su quali politiche pubbliche in materia sarebbe più opportuno adottare si confrontano quattro femministe, per coprire per il possibile l’intero spettro delle posizioni che dividono il movimento: Daniela Danna, Giulia Garofalo Geymonat, Monica Lanfranco e Barbara Bonomi Romagnoli. Infine Marilù Oliva e Mario Sesti ci conducono rispettivamente tra le pagine e le immagini che letteratura e cinema hanno dedicato a chi del sesso ha fatto un mestiere.

La sezione dedicata agli Stati Uniti, altrettanto ricca, vede invece i saggi , che illustra come le storiche diseguaglianze degli Stati Uniti si siano acuite durante la pandemia; Fabrizio Tonello, che ci spiega passo passo la grande truffa del sistema elettorale americano; Alessandra Lorini, che ci racconta le radici delle proteste del movimento Black Lives Matter e perché queste abbiano nel mirino monumenti e altri simboli confederati; Martino Mazzonis, che ci spiega da dove origina l’attivismo politico e sociale americano cui assistiamo; Gregg Gonsalves e Amy Kapczynski, che lanciano la proposta di ricostruire l’economia Usa da zero, attraverso un massiccio programma di posti di lavoro che garantisca la salute pubblica di tutti e che metta al centro il prendersi cura gli uni degli altri; Phillip Atiba Goff, Sam Sinyangwe, J. Scott Thomson, Alicia Garza, Vanita Gupta ed Emily Bazelon, che si confrontano su come andrebbe riformata la polizia in America in un’ottica più ampia che mira a combattere il razzismo sistemico e le disuguaglianze; Guido Caldiron, che, infine, ci offre una cronologia su Donald Trump, presidente da “guerra civile”.

IL SOMMARIO

ICEBERG 1 – prostituzione: sesso, denaro, potere

Elettra Santori – La prostituzione dal vero. Sei interviste sul campo
“Credo che un rapporto sessuale debba avvenire con spontaneità, quando c’è vera attrazione tra due persone, non riesco a concepire che questo possa essere considerato un lavoro”. “È un lavoro divertente, in cui sono io a dettare le regole”. “Il lavoro sessuale è un lavoro, ma non un lavoro come un altro”. “Non c’è dignità, non c’è pace nella prostituzione, nemmeno quando è volontaria”. “Si può fare sex work in modo creativo, gioioso, piacevole”. “Legalizzare la prostituzione significa legalizzare la schiavitù”. “L’escort non ci pensa affatto a combattere il neoliberismo e il materialismo dei consumi, vi nuota dentro come i pesci negli abissi”. Sono le voci, plurali, di chi la prostituzione la vive (o l’ha vissuta) in prima persona.

Giulia Selmi – Prostituzioni: sostantivo femminile plurale
C’è chi ha scelto di prostituirsi, e chi non ha altra scelta se non prostituirsi. C’è chi è costretta a vendere il proprio corpo per strada cedendo gran parte del proprio guadagno alle organizzazioni criminali, e chi riceve i clienti in casa propria, selezionandoli e riuscendo a mettere insieme un reddito. C’è chi vende prestazioni sessuali virtuali, e chi è costretta ad assecondare i desideri dei clienti finita la lap dance. Il mondo della prostituzione è un caleidoscopio dalle mille sfumature. Coglierle è il primo passo per capire come affrontare il fenomeno.

Oria Gargano – La tratta delle schiave   
La storia è sempre, tristemente, la stessa. Punto di partenza è la miseria e la mancanza di prospettive nel paese di origine. Di qui la decisione di ‘sacrificare’ la primogenita, spedendola in Europa per mantenere la famiglia. E quindi il deserto, e infine i lager libici, dove le ragazze sono torturate e violentate per mesi in attesa che una maman le chiami in Europa. Dove arrivano sperando di iniziare a lavorare come parrucchiere, mentre si ritrovano sui marciapiedi per ripagare i debiti contratti durante il viaggio. Diventando oggetto del desiderio di milioni di normalissimi uomini che, più o meno consapevolmente, si fanno complici di questa disumana vergogna.

Carlotta Rigotti – Prostituzione e diritto: alcune riflessioni sui modelli legislativi europei
Nel 1958 in Italia entra in vigore – dopo un lungo dibattito in parlamento e nella società – la legge Merlin che chiude i bordelli e rende di fatto la prostituzione illecita, sebbene non punisca chi si prostituisce né i clienti, ma coloro che dalla prostituzione traggono profitto. Una pietra miliare nella storia italiana, che oggi mostra però i suoi limiti. Come anche gli altri modelli normativi presenti sul territorio dell’Unione europea: dal proibizionismo croato alla legalizzazione tedesca, passando per il modello svedese che ha tentato di ribaltare la prospettiva, puntando i riflettori sui clienti.

Giorgia Serughetti – Consumatori o carnefici? La realtà è più complessa
Tutte le ricerche empiriche dimostrano che i clienti delle prostitute non sono un gruppo omogeneo, né per estrazione sociale né per età né per tipologia di prestazioni richieste. Rappresentazioni troppo riduttive della domanda di prostituzione non consentono di mettere in luce il tema complesso della responsabilità. Chi parla del cliente come normale consumatore tenderà a sollevarlo da ogni responsabilità per le condizioni di diseguaglianza in cui ha origine lo scambio di servizi sessuali per denaro. Chi invece sposa la visione del cliente-carnefice gli addosserà quasi interamente la responsabilità dell’esistenza della prostituzione, ignorando il ruolo svolto, oltre che dalle leggi del mercato, dalle politiche pubbliche in diverse materie.
Riccardo Iacona – Donne fatte a pezzi
Nei bordelli legalizzati tedeschi ci sono le offerte ‘3 per 2’ o quelle ‘all you can fuck’: paghi una certa cifra e puoi fare tutto quello che vuoi finché il pene – che hai magari dopato con il Viagra – ti regge. A frequentarli sono uomini di tutti i tipi, di tutte le età, di ogni categoria sociale, con vite sociali e affettive spesso normalissime. Ma com’è possibile che un uomo senza nessuna particolare patologia possa vivere l’incontro sessuale come fosse una scorpacciata? La risposta la si trova leggendo i commenti dei clienti sui siti specializzati: è una partita di potere, nella quale la donna viene fatta a pezzi, ridotta alle singole prestazioni. E annullata in quanto persona.
Simona Argentieri – Love for sale. I clienti delle prostitute sul lettino di una psicoanalista
Il fenomeno della prostituzione è molto variegato e anche fra i clienti le tipologie umane che si incontrano sono le più diverse. Nonostante questa grande varietà è tuttavia possibile da un punto di vista psicoanalitico rinvenire un denominatore comune: l’autoreferenzialità e il non riconoscimento dell’alterità. Non riuscire a integrare dentro e fuori di sé i due livelli della relazione, quello primario dell’unione tenera senza conflitto e quello delle pulsioni irruente e disturbanti della seduzione e dell’eccitazione. Nell’andare con una prostituta non occorre infatti preoccuparsi della qualità della performance, dei preliminari o dei tempi del congedo, poiché non si deve tener conto dell’altra persona.
Edoardo Lombardi Vallauri – Lo stigma della prostituta e l’ipocrisia della cultura cattolica dominante
La parola ‘prostituta’ – e ancor di più altri sinonimi usati per indicare la donna che vende servizi sessuali – è avvolta da un tale stigma da impedire a chiunque di usarla in maniera neutra. Tanto che si deve far ricorso a neologismi – escort, sex worker, lavoro sessuale – per poter affrontare l’argomento senza tema di risultare offensivi. Ma da dove deriva questo stigma? Dal fatto che le prostitute vendono il proprio corpo come fosse una merce, si dice. Ma l’avvocato non fa forse qualcosa di simile quando vende le proprie competenze ai clienti, non di rado colpevoli? No, il vero scandalo della prostituzione sta nel fatto che si tratta di sesso fuori da legami impegnativi. È questo che la nostra cultura cattolica non tollera.
Marilù Oliva – Postriboli, bordelli e altre pagine dove si acquista il piacere
Dall’antichità all’epoca contemporanea, il mondo della letteratura pullula di storie che hanno per protagoniste prostitute e meretrici. Da Cicerone a Catullo, da Alberto Moravia a Dacia Maraini, passando per Guy de Maupassant, Fëdor Dostoevskij, Gabriel García Márquez e molti altri: viaggio tra le pagine che grandi scrittori e scrittrici hanno dedicato a chi del sesso ha fatto un mestiere.
Mario Sesti – Prostitute sul piccolo e grande schermo
Dalla Catherine Deneuve di Luis Buñuel alla Julia Roberts che fa innamorare Richard Gere, passando per la Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany: tre esempi che già da soli mostrano come il cinema abbia contribuito in maniera decisiva a plasmare il nostro immaginario in materia di prostituzione. Ma vendere sesso per denaro è una pratica molto più pericolosa e tragica di quanto la settima arte sia mai riuscita a mostrare. A passeggio con uno dei più importanti critici del nostro paese tra le ‘belle di giorno’ dello schermo.
TAVOLA ROTONDA 1
Daniela Danna / Giulia Garofalo Geymonat / Monica Lanfranco Barbara Bonomi Romagnoli – Prostituzione e femminismo: un dibattito aperto
Libera scelta o stupro a pagamento, sistema di violenza o lavoro (quasi) come un altro: quattro femministe si confrontano – da posizioni piuttosto distanti – su una delle questioni più discusse all’interno del movimento, interrogandosi su quali politiche pubbliche in materia sarebbe più opportuno adottare.
ICEBERG 2 – Stati Uniti: democrazia a rischio
Elisabetta Grande – Pandemia diseguale: la lezione americana
Prima del coronavirus l’economia Usa era descritta come forte, anzi fortissima. Poco importava che quella ricchezza non fosse per nulla equamente distribuita, al punto che l’1 per cento della popolazione deteneva il doppio di ciò che possedeva il 90. Come se non bastasse, oggi qualcuno tenta di farci credere che la Covid-19 possa funzionare quale strumento di riduzione di queste disuguaglianze, che agisca come una sorta di ‘livella’, colpendo tanto i ricchi quanto i poveri. Mai narrazione è stata però più errata. E strumentale.
Fabrizio Tonello – La grande truffa del sistema elettorale americano
E se Trump fosse confermato alla Casa Bianca senza che il popolo americano abbia possibilità di esprimersi? Sembra fantapolitica ma sarebbe tecnicamente possibile. Come del resto è stato possibile che due degli ultimi tre presidenti degli Stati Uniti siano stati eletti, nel loro primo mandato, da una minoranza dei votanti. Il tutto si deve a un sistema elettorale tutt’altro che rigoroso e men che meno democratico. A riecheggiare è la domanda che nel 2002 si pose lo storico del diritto Paul Finkelman: “Com’è successo che gli Stati Uniti abbiano escogitato un modo così folle di eleggere un presidente?”.

Alessandra Lorini – I monumenti confederati e il passato che non passa. Le radici storiche delle proteste di Black Lives Matter
Le radici delle proteste del movimento Black Lives Matter sono antiche e affondano nel periodo immediatamente successivo alla guerra civile, quello che va sotto il nome di ‘Ricostruzione’ e che vide il fallimento della rivoluzione tesa a rifondare la democrazia americana sull’uguaglianza razziale e l’estensione delle libertà a tutti i cittadini. Non è quindi un caso che le proteste che hanno attraversato le strade d’America in questi mesi abbiano avuto nel mirino, tra le altre cose, monumenti e altri simboli confederati, i quali non sono pericolosi perché evocano la guerra civile, ma perché legittimano la centralità dell’odio razziale nella società contemporanea.

Martino Mazzonis – Dagli scioperi alle rivolte. Il lungo lavoro che porta a Black Lives Matter
Da una parte i movimenti che fin dal giorno dell’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump hanno solcato le strade d’America in segno di protesta. Dall’altra una sinistra che vede nei suoi esponenti più radicali, da Alexandria Ocasio-Cortez a Rashida Tlaib fino ad arrivare a Bernie Sanders, un’anomalia, essendo questi più a sinistra del partito che rappresentano. Ma anche se può apparire merito di Trump il fatto che l’attivismo politico e sociale americano paia essersi improvvisamente risvegliato, in realtà ciò cui assistiamo ha radici più profonde.

Gregg Gonsalves ed Amy Kapczynski – Sconfiggere la Covid-19 sconfiggendo povertà e disoccupazione   
Mentre i tempi della nostra risposta alla Covid-19 passano dall’ordine dei mesi a quello degli anni, è tempo di chiederci: quando tutto ciò sarà finito, come vogliamo che sia il mondo che condividiamo? Per cosa vogliamo lottare? E come mettiamo in connessione una visione a lungo termine di questo mondo per cui vale la pena lottare con ciò che dobbiamo fare oggi per mitigare i danni della pandemia? Due docenti di Yale lanciano la proposta di ricostruire l’economia Usa da zero, attraverso un massiccio programma per la creazione di posti di lavoro che garantisca la salute pubblica di tutti e metta al centro il prendersi cura gli uni degli altri.

Guido Caldiron – Un candidato e presidente da ‘guerra civile’. Una cronologia (2004-2020)
Le rivolte esplose dopo l’assassinio di George Floyd da parte di un poliziotto hanno reso palesi le profonde faglie che attraversano la società americana. La questione razziale, unita alle enormi diseguaglianze economiche e a uno Stato sociale inesistente, è una bomba pronta a esplodere. E alla Casa Bianca da quattro anni siede un uomo che non solo non ha fatto nulla per placare queste tensioni, ma al contrario ha alacremente lavorato per acuirle. Cronologia di un presidente da ‘guerra civile’.

TAVOLA ROTONDA 2
Phillip Atiba Goff / Sam Sinyangwe / J. Scott Thomson / Alicia Garza / Vanita Gupta in conversazione con Emily Bazelon – Riformare la polizia Usa: sì, ma come?
Se da un lato, fin dalla sua nascita, il movimento Black Lives Matter ha reso la violenza della polizia una questione urgente a livello sia nazionale sia locale, dall’altro l’omicidio di George Floyd e gli altri casi analoghi mostrano quanta strada ci sia ancora da fare. E allora, come andrebbe riformata la polizia in America in un’ottica più ampia che miri a combattere il razzismo sistemico e le disuguaglianze? In questo ricco dialogo cinque esperti offrono un quadro completo della questione e soluzioni di buon senso.   

(17 settembre 2020)




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