“Difendiamo la laicità!”. Appello di Badinter, Fourest, Gauchet e altre personalità d’Oltralpe dopo il caso Paty

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È stato ucciso un uomo. Nel modo più barbaro e impressionante possibile, nel rituale codificato di esecuzione religiosa dell’islam radicale. È stato ucciso un uomo perché aveva svolto il proprio compito con modestia e senza fremiti. È stato messo a morte un professore che adempiva alla missione più nobile, quella di contribuire all’emancipazione e alla costruzione della coscienza dei giovani studenti di cui aveva la responsabilità pedagogica e morale. È stato attaccato il fulcro della Repubblica, la scuola.

Insieme ai circa 300 morti il cui ricordo pesa sui nostri cuori dal 2012, questa morte qui è l’elettroshock che dà ai francesi la forza di non accettare più l’inaccettabile. E come in quei sussulti che possono compiere i popoli sovrani quando prendono coscienza della loro unità, in pochi giorni ciò che sembrava impossibile diviene possibile e già si compie.

La messa in discussione permanente della libertà di espressione e gli assalti ripetuti contro la nostra scuola pubblica sono i sintomi evidenti della volontà ultima dei nostri nemici: minare le fondamenta democratiche della Repubblica francese. Tentando di allontanare una parte dei giovani dai nostri princìpi e di metterli contro le leggi e le istituzioni, è la promessa di un intero popolo che cercano di sradicare, è il nostro futuro che vogliono annientare. I francesi ne hanno oggi coscienza, nella loro stragrande maggioranza.

Quanti da tre decenni cercano di convincere i francesi che sono colpevoli di tutto, che non vedono ciò che essi vedono, che se muoiono sotto i proiettili e le lame dei coltelli è colpa loro e non degli assassini, restano lontani da questo profondo movimento popolare e democratico. Non capiscono cosa sta accadendo, non comprendono l’effimera e delicata unione di un popolo e dei suoi rappresentanti attorno a un progetto di salute pubblica.

Per accompagnare questa presa di coscienza e per ristabilire una laicità piena e completa, sola garante della pace e della concordia civile nella nostra Repubblica, è compito dei responsabili politici dare vita a qualcosa di nuovo. C’è bisogno di organismi pubblici adatti a questo orizzonte politico nuovo, nutriti di un’ambizione senza altro limite che quello della ragione, della scienza e del diritto.


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Ci aspettiamo dal presidente della Repubblica, dal governo e dai rappresentanti del popolo che creino questi mezzi inediti e organizzino la loro azione per tenere alto l’ideale laico, sostituendo coloro che hanno fatto il loro tempo e il cui spirito, i cui obiettivi, la cui organizzazione e le cui opere non sono più all’altezza delle nuove ambizioni. Costoro si sono allontanati dalla difesa della laicità, arrivando a prendere costantemente le parti dei suoi avversari.

La speranza suscitata tra i francesi non deve essere delusa. La creazione di nuovi strumenti e di nuove istanze pensate per questo paesaggio laico trasformato è essenziale. È tutto l’edificio laico che oggi ha bisogno di essere restaurato sulla base della legge del 1905, suo fondamento più solido. E ciò non potrà essere fatto che assieme a donne e uomini intimamente convinti della missione di restituire ai francesi l’orgoglio del loro modello emancipatore e fraterno.

Firmatari

Elisabeth Badinter, Marika Bret, Roland Castro, Caroline Fourest, Marcel Gauchet, Jean Glavany, Patrick Kessel, Catherine Kintzler, Françoise Laborde, Richard Malka, Henri Peña-Ruiz, Iannis Roder, Gilbert Abergel, Joël Andriantsimbazovina, Isabelle Barbéri, Florence Bergeaud-Blackler, Yves Bréchet, Gérald Bronner, Gwenaële Calvès, Martine Cerf, Gilles Clavreul, Jacqueline Costa-Lascoux, Charles Coutel, Gérard Delfau, Éric Desmons, Frédéric Encel, Philippe Foussier, Jean-Philippe Hubsch, Alain Jakubowicz, Pierre Juston, Guy Konopnicki, Laurent Kupferman, Françoise Laborde, Jacques Lafouge, Guy Lengagne, Denis Maillard, Tania de Montaigne, Hiam Mouannès, Agnès Perrin-Doucey, Jérémie Peltier, Emmanuel Pierrat, Bernard Ravet, Dominique Reynié, Jacques de Saint Victor, Jean-Pierre Sakoun, Mario Stasi, Pierre-André Taguieff e Virginie Tournay.

(traduzione di Ingrid Colanicchia)
(27 ottobre 2020)





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