La Comunità “La Collina” deve vivere. Appello di don Paolo Farinella

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La Comunità «La Collina», Località S’Otta, Strada Statale 387 del Gerrei, 09040 Serdiana, provincia di Cagliari, fondata nel 1994 da don Ettore Cannavera è costretta a chiudere. La Casa Editrice «La Collina», emanazione della Comunità ha già chiuso perché da nove mesi non vi sono stipendi. La Comunità ospita ragazzi in alternativa al carcere e costituisce un risparmio per la collettività che non solo sottrae giovani alla delinquenza, ma incide anche sul risparmio per i minori costi comporta l’affido alla Comunità.

La Regione Sardegna, nella persona dell’Assessore Luigi Arru, ha deliberato di pagare gli arretrati per il 2016, ma non ha ancora messo in atto il suo impegno, attuando la sua stessa delibera. Fatto ancora più grave non ha assunto alcun impegno per il 2017. Che vi sia un atteggiamento politico avverso alla Comunità o al suo Direttore, uomo libero e non di partito, persona limpida e punto di riferimento non solo per la Sardegna, ma anche per coloro che lo conoscono in Italia?

Colpisce anche il silenzio del Presidente della Regione, Francesco Pigliaru che dovrebbe essere preoccupato perché se chiude la Comunità «La Collina», si crea un grave problema per la Regione, a meno che non sia stato deciso di smantellare in tutta la regione, le eccellenze come la Comunità la Collina di Serdiana.

Invito tutti i Sardi e quanti in Italia hanno a cuore le sorti dei deboli, dei senza voce e di chi da decenni lavora in silenzio, spesso in sostituzione dell’inefficienza delle Istituzioni Pubbliche, a scrivere un breve messaggio di solidarietà a don Ettore Cannavera e alla sua Comunità «La Collina».

Contemporaneamente dovremmo scrivere al presidente della Regione, Francesco Pigliaru e all’Assessore Luigi Arru perché si assumano le loro responsabilità e servano l’interesse della Sardegna, non solo pagando gli arretrati, ma mettendo in atto un progetto per gli anni a venire che dia respiro e forza ad una Comunità che è e deve continuare ad essere un fiore all’occhiello della Sardegna e del Popolo Sardo.

Non rassegniamoci facilmente, gridiamo, importuniamo, rompiamo, perché vi sono momenti in cui tacere è una colpa. Conosco personalmente «La Collina» e tutte le sue attività, tanto che avevo anche pensato di lasciarle in dono la mia non piccola biblioteca, proprio perché è un vero presidio di solidarietà, di studio, di ricerca, di cultura, di psicologia, luogo del pensiero dove le persone accorrono per respirare aria sana e assaggiare l’olio prodotto dai ragazzi e vivere un sorso di quel mondo che è garantito dalla Costituzione che esige con forza e decisione che «La Collina deve vivere».

Paolo Farinella prete di Genova, Amico de «La Collina» e discepolo di don Ettore Cannavera

Mi permetto di suggerire un testo breve da copiare e inviare ai seguenti indirizzi:

Al Presidente della Regione Sardegna: Francesco Pigliaru: presidente@regione.sardegna.it
All’Assessore alla Sanità Regione Sardegna, Luigi Arru: san.assessore@regione.sardegna.it
Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda (pur non essendo il Comune interessato, La Collina è una perla per la città e la Provincia di Cagliari e il sindaco, che mi pare sensibile alle realtà sociali, se vuole, può fare pressione con l’autorevolezza della sua carica politica e sociale): ufficiogabinettosindaco@comune.cagliari.it
e p. c. alla Comunità «La Collina» – Don Ettore Cannavera: comunitalacollina@tiscali.it

Testo da inviare:

«La Collina» di don Ettore Cannavera non deve morire.

Noi, Sardi e Cittadini Italiani, chiediamo con urgenza che la Regione Sardegna prenda i provvedimenti già deliberati e appronti strumenti di sicurezza per il futuro affinché «La Collina» di Don Ettore Cannavera in Località S’Otta di Serdiana (CA) continui la sua preziosa attività a favore dei giovani carcerati, ospitati in alternativa al carcere e abbia gli strumenti necessari per continuare a esistere e a essere un vero orgoglio per la Sardegna e per l’Italia che si riconosce nei principi di Solidarietà e Giustizia, fondamento della nostra Costituzione e della nostra civiltà.

Siamo credenti e non credenti, accomunati dall’idea di Stato e Istituzione Regionale che devono servire chi è più fragile e ha bisogno di sostegno.

Siamo scandalizzati che la Regione Sardegna non mantenga gli impegni assunti. Ci chiediamo come possa pretendere rispetto e credibilità se i suoi Rappresentanti, al più alto livello, non danno alcun valore alle loro stesse promesse.

«La Collina» è uno dei pochissimi posti dove la pena inflitta da un tribunale è orientata seriamente al reinserimento civile e sociale del detenuto, sconfiggendo la delinquenza, come esigono la Costituzione e la civiltà laica e cristiana.

Un Amministratore non può mai dire: «Non vi sono soldi», perché è vincolato all’art. 3 § 2 della Carta costituzione che impone di «rimuovere ogni ostacolo di ordine economico» per il bene superiore che è la persona umana dentro il bene supremo della Società pacifica e solidale.

Noi chiediamo che l’Assessore Luigi Arru e i suoi Collaboratori trovino un modo per garantire il futuro de «La Comunità La Collina», grande punto di riferimento sociale, civile, morale, religioso e umano per moltissimi sardi e molti continentali. Chiediamo con urgenza e supplichiamo con forza che «La Collina viva».

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(16 gennaio 2017)



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