Piazze inquiete e paure diffuse

Movimento per il diritto all’abitare

Nel dibattito aperto dall’intervento dell’economista Emiliano Brancaccio sulle conseguenze di una limitazione del diritto a manifestare interviene, con un contributo a firma collettiva, il Movimento per il diritto all’abitare di Roma.
Siamo indecisi, nel prendere parola, se partire da Minniti e la sua intervista rilasciata a la Repubblica domenica 25 ottobre o dai condivisibili rilievi rappresentati dall’economista . Le parole dell’ex ministro dell’Interno, estensore del primo decreto sulla sicurezza urbana deciso nel contrastare con forza le pratiche di lotta maggiormente conflittuali, sono feroci nell’indicare come eversiva la piazza napoletana e mettono in luce lo spirito securitario che anima buona parte di chi governa il paese, compresa una sinistra incapace di comprendere il disagio e la sofferenza che provocano i provvedimenti restrittivi da mesi in azione motivati dalla pandemia.
Non riteniamo necessaria una disamina sociologica su ciò che sta accadendo in diverse città perché è palese che le svariate iniziative più o meno accese, sono la conseguenza diretta di un ritardo enorme nell’affrontare la crisi sanitaria e sociale da parte di Conte e compagni. Appare evidente che il richiamo alla responsabilità collettiva non funziona più e la torsione autoritaria diventa la sola strada che anche Minniti indica. L’assenza di un’approfondita conoscenza del malessere tra un gran numero di persone produce quella facile semplificazione che trasforma segnali di ribellione a delle scelte non condivise in assembramenti di nazi-camorristi, ultras e malavita diffusa.
Tutto questo ci fa orrore, perché conosciamo bene quel sottobosco sociale che vive di espedienti, di lavoro nero, spesso serale. Un mondo che non solo resta escluso e marginalizzato, ma viene anche colpevolizzato o sostenuto da bonus una tantum che a poco servono, se non a creare nuove morosità quando parliamo di affitti da pagare o mutui da sostenere. Molta parte di questa precarietà è giovanile e anche contro questo segmento d’età ci si è scagliati indicando i nuovi untori figli della movida e dell’irresponsabilità.
Ci vogliono far credere che si chiude tutto alle 18 e si usano termini come “coprifuoco”, per tutelare la salute di tutti, però poi aggiungono che l’attività produttiva deve proseguire, che la grande distribuzione deve operare anche più intensamente, che il trasporto pubblico può sopportare tranquillamente l’ottanta per cento dell’utenza. Che si può andare a lavorare e poi tutti a casa e senza protestare in buona sostanza.
Fa bene perciò ad alzare la voce quando afferma che la libertà di riunione va tutelata così come si dice di fare per la salvaguardia della salute. Mentre lo fa non sta lì a dire quelli violenti si e quelli non violenti no, non sottilizza tra provvedimenti coercitivi di sinistra o di destra. Dice chiaramente che la crisi minaccia il sistema dei diritti su cui si reggono le attuali liberaldemocrazie e dunque ogni limitazione posta alla libertà di espressione diventa un vulnus difficilmente rimarginabile. Uno strappo che può divenire definitivo e dunque lesivo dell’articolo 17 della nostra Costituzione, come sottolinea lo stesso Brancaccio.

SOSTIENI MICROMEGA

L’informazione e gli approfondimenti di MicroMega sono possibili solo grazie all’aiuto dei nostri lettori. Se vuoi sostenere il nostro lavoro, puoi:
abbonarti alla rivista cartacea

– acquistarla in versione digitale:
| iPad
Per noi la questione non è semplicemente etica legata ad una violazione costituzionale dettata, dicono, dall’emergenza Coronavirus. È soprattutto una questione di sostanza. Quali forme dovremmo darci nel sostenere che le risorse vanno orientate sulle necessità reali e non verso gli interessi di parte. Quali pratiche tollerate dovremmo adottare per rivendicare che ognuno abbia un alloggio quando gli si dice di restare a casa. Che iniziative sono accettabili in assenza di un reddito dignitoso, di una salute tutelata, di un diritto allo studio calpestato.
Per questo riteniamo indissolubile il legame tra diritto di espressione e garanzie economiche, cosa che invece si tende a separare con tecniche di comunicazione sornione e accattivanti. “Provvedimenti con soldi certi e rapidi”, queste le parole del Presidente del Consiglio. Allora perché poi quando ciò non accade e la gente si agita, la si colpevolizza e la si reprime? Anzi ad usare le parole del Viminale “di fronte alla rabbia che cresce la reazione delle forze di polizia sarà ad alto rischio per tutti”.
Non intendiamo accettare questa lettura autoritaria e useremo ogni mezzo necessario per legittimamente avanzare le nostre rivendicazioni, come sempre abbiamo fatto. Per questo prese di posizione come quella di Emiliano Brancaccio ci fanno respirare e non ci soffocano come quelle del ministro dell’Interno ombra dell’attuale governo Marco Minniti.  

(28 ottobre 2020)






MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.