Sì a Gino Strada Commissario in Calabria, ma non va lasciato solo
Angelo Cannatà
Protezione. Scorta. Intelligence. Sono le prime parole che mi vengono in mente pensando al possibile incarico di Gino Strada, uomo giusto, a Commissario alla sanità in Calabria: la nomina, avanzata dalle Sardine e ora da Nicola Morra, se dovesse andare in porto potrebbe creargli problemi proprio per la serietà, l’intelligenza, la determinazione, il coraggio dell’uomo: qualità “pericolose” in terra di ‘ndrangheta. Insomma, le ‘ndrine non gli consentiranno, senza batter colpo, di spezzare il legame malasanità-crimine-politica su cui prosperano da decenni. Chi tocca certi interessi muore nella terra di Corrado Alvaro (cfr. Un treno nel Sud).
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Voglio troppo bene a Gino per vederlo crivellato senza dire, oggi, le parole che state leggendo. Ci vuole poco in Calabria per morire. Poco. Basta toccare davvero certi interessi consolidati, e in pieno giorno, di sera, a qualsiasi ora, quando meno te l’aspetti, una grossa moto s’avvicina alla tua auto, rallenta, e un killer ti spara quattro colpi addosso. Fine. Nessuno ha visto niente. Lutto. Funerali. Fiaccolata antimafia. Poi nulla, e i boss di paese che commentano al bar: “Chi ci cridia Ginu Strada ca veni ‘ntra terra nostra u cumanda?” La terra nostra. Frase troppo volte sentita per sottovalutarla.
Mi piace la nomina di Strada a Commissario. È scelta felice (che la rifiutino Salvini e B. lo conferma) ma nessuno pensi di nominarlo senza una protezione e senza sentirsi colpevole se – Dio non voglia – dovesse accadergli qualcosa. Il calabrese Telesio spiega che la natura va studiata iuxta propria principia, utilizzando i principi che le sono propri e ne descrivono il funzionamento. Bene. La natura della ‘ndrangheta è quella che è da molto tempo, ne conosciamo i “principi” e il funzionamento: mandare allo sbaraglio Gino senza tenerne conto e senza proteggerlo è un errore. Che potrebbe essere fatale. Un motivo di speranza: in Calabria c’è un grande uomo, Gratteri, attivo e vigile: il destino di Strada, se verrà nominato Commissario – visto gli interessi che toccherà – è davvero nelle sue mani.
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